12 dicembre 2007

Soma | Haoma

SOMA è il nome sanscrito di un dio, di una pianta e dal succo ricavato da quella pianta. Questi referenti rappresentano, individualmente quanto nell'insieme, tre delle più importanti componenti del pensiero e della pratica religiosa dell'India vedia.
Nei primi inni del Rgveda (circa 1200 a.C.) il termine soma è riferito ad una pianta e al suo succo spremuto, che i poeti dell'India antica descrivevano come una bevanda eccitante e persino allucinogena che si diceva portasse salute ed immortalità a coloro che godevano delle sue virtù. Le analisi condotte sui testi rituali e su altri documenti dimostrano che il soma non era un liquido fermentato o distillato, pertanto i suoi effetti alteranti non si possono considerare come il risultato delle virtù inebrianti dell'alcool. Coloro che celebravano i rituali nel periodo vedico veneravano Soma come un dio, onorato come una fonte di potere creativo, e trovavano nelle loro pozioni di estratto di soma, il somapavamana, l'ispirazione per le immagini visionarie testimoniate in molti degli inni sacri vedici. L'intero Samaveda, una raccolta di canti rituali, è dedicato a Soma, e meravigliose invocazioni a lui dirette arricchiscono i versi del Rgveda di vivide descrizioni dell'estasi cinetica. Secondo il Rgveda, la dimora originaria della pianta di soma è in paradiso, ma un'aquila mitologica, capace di volare molto in alto, ne ha portato un po' sulla terra, dove ha attecchito in alta montagna. Lì venne raccolta dai sacerdoti vedici, che schiacciarono poi la pianta con delle pietre in una ciotola di legno, filtrarono il succo derivato con dei tessuti di lana e cosparsero il liquido con del burro chiarificato. Gli storici hanno usato il termine rituale del soma per comprendere un ampio numero di riti vedici solenni di differente complessità, alcuni dei quali celebrati secondo "stadi" (sattra) successivi che potevano durare anche più di dodici giorni. I più importanti tra questi riti sono la consacrazione del re (rajasuya), il sacrificio del cavallo (asvamedha), il rito della 'bevanda di piacere' (vajapeya), e i vari riti di passaggio basati sulla cerimonia del fuoco, l'agnistoma. Durante questi rituali, i sacerdoti versavano l'estratto di soma nel fuoco rituale, facendolo salire al cielo con il fumo ed inviandolo quindi agli dei che accoglievano con entusiasmo i suoi effetti. Incoraggiati e rinvigoriti dal soma, gli dei (più spesso Indra, una divinità uranica guerriera) trovavano allora la forza ed il coraggio per ingaggiare le battaglie cosmiche contro il potere dei demoni e degli altri nemici della comunità vedica. Dopo aver compiaciuto gli dei con le offerte di soma, i sacerdoti-poeti, a loro volta, assumevano la bevanda con risultati strordinari. Ispirati dal soma, per esempio, "i ciechi riescono a vedere e gli storpi camminano" (Rgveda 8,79,2). L'estasi provata da coloro che hanno bevuto il soma è comune: "Io, con il mio immenso potere, ho superato il cielo e questa immensa terra", esclama un visionario. "Io sono grande! Potente! Capace di volare fino al cielo! Non ho forse bevuto il soma?" (Rgveda 10,119,8;12). "Abbiamo bevuto il soma e siamo diventati immortali! Siamo arrivati alal luce e abbiamo trovato gli dei! Cosa ci può fare ora l'odio e la cattiveria di un mortale?", dice un altro. "Le magnifiche gocce che ho sorseggiato mi hanno reso libero" (Rgveda 8,48,3;5).
Ricerche condotte recentemente hanno suggerito che l'estratto di soma potrebbe essere l'essenza purificata del fungo Amanita Muscaria, ma questa conclusione non ha incontrato il consenso generale. Diverse prove indicano le origini eurasiatiche di questa pratica vedica indiana dell'estasi rituale ottenuta attraverso l'assunzione dell'estratto allucinogeno di tale pianta. Dati linguistici dimostrano che le culture degli Urali erano a conoscenza di un fungo allucinogeno già nel 6000 a.C. Le mitologie religiose indoeuropee includono concetti come l'avestico haoma (il termine usato dagli zoroastriani per indicare la bevanda rituale dell'immortalità, al quale la parola soma è etimologicamente e mitologicamente collegata) e il greco ambrosia o nettare. Inoltre, miti cinesi più recenti includono descrizioni del lingzi, il fungo dell'immortalità. Questi temi mitici hanno portato alcuni storici a credere che l'individuazione di una pianta importante era frequente nel mondo antico lungo gli itinerari nei quali avvenivano gli scambi culturali. L'analisi di testi religiosi vedici recenti induce a pensare che intorno al 1000 a.C. la pianta di soma fosse sostituita nei riti con altri surrogati. Questo porta a pensare che, nel corso della storia, l'estratto originario del soma non fosse più a disposizione di quelle popolazioni indoeuropee orientali che, nel III e II millennio a.C., si erano trasferite dalle steppe e dalle montagne boscose dell'Eurasia verso le pianure e le valli attraversate dai fiumi dell'Asia sudoccidentale e meridionale e che, di conseguenza, non fosse più disponibile per la comunità rituale vedica. Le comunità religiose del periodo postvedico diedero maggiore importanza ad altri mezzi (come la meditazione o la devozione verso un dio personale) per ottenere l'esperienza dell'immortalità e dell'estasi.

HAOMA
. Sia che con questo termine si voglia indicare una "entità degna di venerazione" (yazata), ovvero la personificazione di una divinità, sia che invece ci si riferisca piuttosto ad una sostanza ingerita durante alcuni sacrifici rituali zoroastriani, l'haoma presenta un esatto corrispondente nel soma dell'India antica: entrambi questi termini derivano dalla forma ricostruita dell'indoiranico sauma, dalla radice del verbo sav ("spremere, schiacciare"). Non è sicuro in che cosa consistesse originariamente questa sostanza, se si trattasse cioè di una pianta oppure di una linfa, oppure ancora un fungo con proprietà allucinogene come l'Amanita muscaria. Tuttavia è certo che l'esistenza di una sua forma indo-iranica testimonia chiaramente la presenza di un retroterra rituale comune all'Iran e all'India. Sappiamo anche che in entrambi questi paesi la sostanza originariamente utilizzata era stata poi sostituita da un'altra; per secoli, infatti, i seguaci di Zarathustra hanno continuato ad usare nei loro sacrifici rituali una specie di Ephedra. Questa pianta, in effetti, cresce in molte regioni dell'Asia centrale e in Iran e secerne un succo con proprietà allucinogene. L'haoma, perciò, avrebbe dovuto possedere qualità proprie sia di allucinogeno sia di uno stimolante. I testi antichi a tale proposito riferiscono che la sostanza conferiva forza, vittoria, salute e saggezza e produceva uno stato estatico. Il culto dell'haoma, che in seguito sarebbe diventato una parte essenziale dei riti zoroastriani, in origine era stato citato da Zarathustra, il quale si riferì ad esso nelle Gāthā: l'haoma è "l'urina" di una droga intossicante (Yasna 48,10). Numerosi studiosi si sono opposti ad una simile interpretazione e hanno dichiarato che nè il sacrificio animale nè l'haoma erano mai stati criticati dal profeta (R.Ch. Zaehner, M. Molè e M. Boyce), tuttavia le loro argomentazioni non sono convincenti. Il complesso dei riti, dei miti e delle leggende che presentano un qualche legame con l'haoma appartiene ad una tradizione indo-iranica precedente rispetto all'avvento della religione zoroastriana e si trova al centro di uno scenario dominato dal dio della guerra Indra, che, nello Zoroastrismo, era relegato al livello di demone. Perciò sembra molto verosimile che l'accettazione e l'uso di questa droga siano stati reintegrati nella religione in un'epoca successiva rispetto a quella in cui visse il profeta. Nei testi successivi dell'Avesta, Haoma, analogamente a quanto avvenne per altre entità che furuno successivamente riammesse al culto, è indicato con uno yazata, cui è dedicato un inno, lo Hom Yasht (Yasna 9-11). Tale inno veniva recitato durante una delle parti più importanti della complessa cerimonia dello Yasna. Alla fine della recita il sacerdote officiante beveva l'haoma, che era già stato preparato e che era stato consacrato ritualmente, in conformità alle regole meticolose di purificazione.

Bibliografia di riferimento:
- S.S. Bhawe, The Soma-Hymns of the Rgveda
- R.T.H. Griffith, The Hymns of the Samaveda
- W.D. O'Flaherty, The Rig Veda. an Anthology
- A.H.J. Bergaingne, La religion védique d'après les hymnes du Rig-Véda
- W.Caland & V. Henry, L'Agnistoma. Description complète de la forme normale du sacrifice de Soma dans le culte védique
- R.G. Wasson, Soma. The divine Mushroom of Immortality
- J. Brough, Soma and Amanita Muscaria

8 dicembre 2007

Precessione degli Equinozi

[ Eone: Pesci (Vergine) ]

> Avatar solare: Cristo (Gesù, Ichtus, Yeshua)
Rappresentato dal simbolo di un pesce, PX [icthus],
Il suo simbolo è il pesce, i suoi amici erano pescatori, lui si diceva "pescatore d'uomini" e sfama migliaia di persone con due pesci.

> Contrapposizione solare: Vergine (Maria)
Madre mitica di Cristo, venerata nel culto cristia
no e adorata come sapienza misericordiosa.
Le cattedrali cristiane gotiche nel sud della Francia ricalcano la costellazione della Vergine.
Ella è la rosa mistica delle adoraz
ioni cristiane. Nel mito, diede alla luce il Cristo a Betlemme. (dall'ebraico bethlehem, "casa del pane", nome arcaico della costellazione della Vergine).
La stella più luminosa della Vergine è SPICA (spiga di grano). Ipparco studiò la precessione degli equinozi proprio grazie alla posizione di questa stella. Il tempio di Tebe fu costruito allieandolo con essa.

> Simbologie:





icthus, Cristo.



Particolare di Santa Sophia, Istanbul, 3 secolo d.C. Porta marmorea del piano riservato all'elite imperiale di Bisanzio.


[ Eone: Ariete (Bilancia) ]

> Avatar solare:
Aton/Amon
Divinità solare del tardo egizio, di origine semita.
Clemente di Alessandria nel 200 A.C. fu uno dei primi a menzionare una singolare somiglianza tra i simboli egizi e quelli usati dagli antichi Ebrei. Inoltre, è assodato che il suffisso "-mose" (RaMose per esempio) accordasse a chi lo portava un alto grado e simboleggiava profondo convincimento al culto di Aton. Rappresentazione solare di Amon (simbolizzato da un Ariete), segna il passaggio dall'età del toro a quella dell'ariete (monoteismo imposto, simbologia di Mosè e la condanna del culto del vitello d'oro).

> Contrapposizione solare: Bilancia (legge)
Legge del taglione (occhio per occhio), ereditata dal Codice di Hammurabi, prevede un sistema di 'pareggiamento' per le questioni di diritto.

> Simbologie:










simulacri di Arieti (Amon), Kernak


Mosè sul dorso dell'Ariete sopra Israele.


Corno d'Ariete, simbolo rituale giudaico.

~
[ Simbologie di passaggio Toro >> Ariete]

- Mosè condanna il culto precedente del 'vitello d'oro'
- Mithra doma ed uccide il Toro.
- Gilgamesh uccide il Toro imbizzarrito tra le strade di Uruk.



[ Eone: Toro (Scorpione) ]

> Avatar solare:
Horus

Detto anche Horo, è la divinità solare terrena, incarnazione di Ra, nell'Egitto predinastico.
E' considerato figlio della dea-vacca Hathor (che significa letteralmente 'casa del toro').
Hathor è una divinità egizia raffigurata, di norma, come una giovane donna che porta sul capo lunghe corna bovine ed il disco solare.
Il nome indica l'attribuzione a questa divinità antichissima il ruolo di madre del dio-falco Horo.
Mnevis (Api) era il toro sacro che simboleggiava Heliopolis, la città solare residenza celeste di Ra, sole eterno universale. Horus è il falco-veicolo di Api.

> Contrapposizione solare:
Re Scorpione (Horo skr)
Re Scorpione (Horo skr), identificato come Narmer, fu il sovrano che unì basso e alto Egitto. Fu colui che fondò la mitica città di Menphi, ove la principale divinità venerata era Ptah, demiurgo-creatore. L'oracolo di Ptah era Api, il grande toro sacro.

> Simbologie:

Rappresentazione di Hator, madre celeste di Horus.


Immagine del Papiro di Ani.


Api, Saqqurah.


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PROSSIMAMENTE ..

"Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente (eone)."
(Matteo 28, 20)

[ Eone: Acquario (Leone) ]

Luca 22:10
"Ed egli rispose: «Appena entrati in città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d'acqua. Seguitelo nella casa dove entrerà e direte al padrone di casa: Il Maestro ti dice: Dov'è la stanza in cui posso mangiare la Pasqua con i miei discepoli? Egli vi mostrerà una sala al piano superiore, grande e addobbata; là preparate»
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La pasqua (resurrezione di Cristo-Sole, ossia la nuova manifestazione solare a fine eone), si compirà dove 'entrerà' l'uomo che porta la brocca in mano, rappresentato simbolicamente dall'Acquario.

Pistis Sophia 30
[..] It happened now after this, through the ordinance of the first ordinance, the great triple-powered Authades, -who is one of the three triple-powered ones, persecuted the 'Sophia in the thirteenth aeon, so that she should look at the parts below, so that she should see in that place his light power, which has a lion-face, and she should desire it, and come to that place, and her light would be taken from her. [..]

Pistis Sophia 140
[..] And when the sphere turneth itself and the little Sabaōth, the Good, who is called in the world Zeus, cometh, and he cometh to the eleventh æon of the sphere which is called the Water-man, and when Boubastis cometh to the fifth æon of the sphere which is called the Lion, then the veils which are between those of the Left and those of the Right, draw themselves aside, and there looketh out of the height the great Iaō, the Good, he of the Midst, on the regions of Yachthanabas, so that his regions are dissolved and destroyed. And all the souls which are in his chastisements are carried off and cast back anew into the sphere, because they are ruined in his chastisements.
These then are the doings of the ways of the midst concerning which ye have questioned me.

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Il tredicesimo eone (il dodicesimo è quello dei Pesci), avrà 'aspetto di Leone'.
Si ricordi inoltre il saggio sulla Basilica di Aquileia:
"[..] Questo supplizio cesserà allorchè Zeus(Sole) entra in Acquario e Afrodite(Venere) in Leone. Alla sinistra di Zeus la coppia di merli ai lati di un tirso con i frutti di melograno."

Approfondimenti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Precessione_degli_equinozi
http://en.wikipedia.org/wiki/Precession_%28astronomy%29